Alter Bridge


Quando: venerdì 3 dicembre 2010
Dove: Nonantola (Modena)
Genere: Rock
Location: Vox Club
edonista
Segnalato da:
L'evoluzione artistica di Mark Tremonti, Scott Phillips e Brian Marshall è ben rappresentata dal loro album di debutto come Alter Bridge. Dopo avere venduto 30 milioni di album nel mondo, i Creed hanno deciso di fermarsi per seguire nuove ispirazioni. Con i loro tre album avevano ottenuto enorme successo: due album al numero 1 delle classifiche e concerti "sold out" in tutto il mondo. Il chitarrista e autore Mark Tremonti dice: "Dopo tutto quello che i Creed hanno ottenuto dal punto di vista professionale, ho pensato che dovevo rimettermi in gioco e darmi nuovi obiettivi. Uno di questi obiettivi era quello di ritornare alle mie radici rock'n'roll. Dopo che i Creed si sono presi una pausa, Scott Phillips ed io abbiamo ricominciato a fare delle jam session e ci siamo resi conto che condividevamo la stessa visione e volevamo tornare tutti e due al punto di partenza". La cosa ha preso ulteriore forma quando il bassista originale dei Creed, Brian Marshall, che non aveva suonato nel disco Weathered e che aveva lavorato nel suo home studio come musicista e produttore, ha ricevuto una telefonata da Tremonti. "Quando Mark mi ha chiamato ho capito dal tono di voce che era molto eccitato dal progetto Alter Bridge e ho anche capito subito che io volevo farne parte. Mi ha detto, "Il tuo modo di suonare il basso è perfetto per il sound che cerchiamo, sei tu la persona giusta". E' bello tornare a lavorare con i ragazzi. "Non abbiamo per niente perso la mano", dice Marshall. Oltre a Tremonti, Phillips e Marshall c'è anche Myles Kennedy. Myles, già membro dei "Mayfield Four", è stato ingaggiato come cantante del gruppo. La ricerca da parte di Tremonti di un cantante era cominciata a fine 2003. "Non ci eravamo dati un limite di tempo ed eravamo preparati ad una lunga ricerca per trovare il miglior cantante rock and roll, ma poi ci siamo ricordati di Myles dei Mayfield Four, che avevano aperto per i Creed nel 1998" ricorda Tremonti. "L'abbiamo chiamato per fare le voci per un paio di pezzi su cui stavamo lavorando. Nessuno di noi si ricordava di qualcuno con la stessa voce e la stessa intensità; appena l'abbiamo ascoltato ci siamo detti che era perfetto per noi. Poi abbiamo provato insieme ad Orlando e si è dimostrato anche una persona squisita; noi quattro eravamo perfetti e già pensavamo al futuro". Le ambizioni condivise dalla band sembravano ben conciliarsi con un concetto che Tremonti aveva in mente fin da ragazzino e che ha dato origine al nome Alter Bridge. Il nome deriva da un ponte che si trova vicino a dove abitava Tremonti a Detroit e che veniva spesso visto dai bambini del luogo come un confine oltre al quale c'era un mondo sconosciuto. Il piccolo ponte rappresentava "l'ignoto" per Tremonti. Per quanto ci sia un grande senso di familiarità tra lui, Phillips e Marshall, al tempo stesso c'è molta eccitazione per la nuova avventura e per un futuro inedito e sconosciuto. Si tratta di un nuovo capitolo della loro vita. Dice Tremonti, "E' una nuova strada per noi, ma l'essenza della band, rimane l'onesto rock and roll. La musica è ricca di melodia e strumenti. E' musica che ci diverte, se non fosse così non saremmo tanto elettrizzati per quello che stiamo facendo". Per coinvolgere Myles anche emotivamente, i tre hanno scelto un rito iniziatico interessante: tutti insieme sono andati a fare del bungee jumpin. Come dice Phillips: "E' rappresentativo di quello che succede nella band. E' tutto molto divertente per noi". Aggiunge Tremonti, "noi tre siamo sempre stati grandi amici ed era importante trovare qualcuno che ben si integrasse in questa dinamica e con il quale noi ci sentissimo a nostro agio. Myles è senza dubbio la persona giusta". Kennedy aggiunge, "quando mi ha chiamato Mark, stavo lavorando ad un disco solista a Spokane, Washington, e non mi aspettavo di entrare in un altro gruppo rock. Adesso che sono qui mi rendo conto che questi ragazzi sono l'antitesi del prototipo della rock star e mi sono trovato subito alla grande". Prima di entrare negli Alter Bridge, Myles ha pubblicato due album con la Epic assieme ai Mayfield Four. Spiega Kennedy: "E' stata un'ottima esperienza da cui ho imparato tanto e che mi ha preparato a questa nuova opportunità". L'album di debutto degli Alter Bridge, One Day Remains (Wind-up) è stato prodotto da Ben Grosse (Filter, Fuel, Sevendust). Quando è stato chiesto a Phillips il perché di questa scelta, Phillips ha detto: "Sono sempre stato un grande fan di Grosse". Tremonti aggiunge: "Ho parlato con John Connolly dei Sevendust e quello che mi ha detto, combinato con il sound del disco dei Filter mi è bastato". La scelta è stata ottima visto e considerato che, secondo Kennedy "la musica che facciamo copre uno spettro ampio e supera molti confini". - Ci sono elementi di rock moderno, di soul e di metal aggressivo. Tremonti condivide: "Con questo album stiamo cercando di imparare dal nostro passato, dandoci una differente prospettiva. Ben ha trovato gli elementi che cercavamo e, a livello di produzione, le sue registrazioni suonano imponenti". La maggior parte delle canzoni hanno preso forma su di un piccolo registratore dove Tremonti ha iniziato a registrare riff e melodie. "La prima canzone su cui ho lavorato è stata "Shed My Skin" - un brano che scava nel mio passato per spiegare quello che sono adesso. Dal punto di vista dei testi ho speso più tempo su questa canzone che su qualunque altra. Basta ascoltare e si capisce piuttosto bene da dove provengo". E prosegue, "ci sono molti temi sul disco che sono assai personali, per esempio "In Loving Memory" è dedicata a mia madre che è morta poco tempo fa. Dal punto di vista del significato personale non si può essere più profondi di così. E' una canzone triste ma consolatoria". Questa band dimostra grande rispetto per le radici del rock. C'è molta atmosfera anni Settanta. Come dice Tremonti, "negli anni Settanta sembrava esserci più attenzione per le grandi melodie e per la qualità musicale. La melodia è al centro di tutto. E' più importante delle parti vocali, dei fill di batteria o della linea di basso. Le melodie conducono le danze e senza di esse non c'è niente". E prosegue, "gli anni Settanta possono veramente essere definiti con una sola parola: veri. Dall'inizio abbiamo cercato di lavorare provando ad essere fedeli a quella qualità, pur realizzando un sound del ventunesimo secolo. Io credo che la nostra suoni come musica vera e ciò succede semplicemente per il fatto che ci divertiamo veramente. Si inizia e si finisce con l'amore per la musica". Per Kennedy, "è così importante iniziare con una grande canzone. Se manca questo, e' difficile che funzioni. Una grande canzone senza tempo, questo è sempre stato lo scopo del rock and roll. "Down to My Last" mi ha fatto venire i brividi la prima volta che l'ho ascoltata, ed era da molto che non mi succedeva". Vista la storia comune di Tremonti, Phillips e Marshall, ci sono ovviamente degli elementi di continuità tra i Creed e gli Alter Bridge, eppure ci sono nuove importanti dinamiche nella musica degli Alter Bridge da evidenziare. In particolare su brani come "Open Your Eyes" e "Find The Real", Tremonti canta più armonie di quanto facesse in passato. Inoltre, con l'arrivo di Myles, si aggiunge un secondo chitarrista nei live e questo ha indubbiamente un forte impatto. Aggiunge Tremonti, ""Myles porta anche un sorprendente approccio vocale alle canzoni, riuscendo a raggiungere senza fatica note altissime o tonalità molto basse. L'interpretazione naturale che lui fa delle canzoni è davvero sorprendente"". Le linee di chitarra, soprattutto nelle intro soliste, che erano il marchio di fabbrica dei Creed sono ancora presenti in molti di questi brani e Tremonti riesce ad essere speciale in questo. L'impatto della ritrovata unione tra Phillips e Marshall è altrettanto evidente. Entrambi i musicisti emergono come potenti macchine ritmiche, dove sono protagoniste le linee di basso di Marshall, come in "Burn it Down", o la potente batteria di Phillips in "Metallingus". Marshall fa notare che in attesa della pubblicazione del disco c'era "eccitamento per qualcosa di nuovo e la paura di ricominciare. E', almeno per me, come ai tempi di "My Own Prison". L'esperienza dei Creed ci ha dato anche alcune lezioni. Fin dall'inizio abbiamo deciso che non sarebbe stato corretto nei confronti dei fan e di noi stessi suonare canzoni dei Creed. Siamo sinceramente convinti che le decisioni prese siano quelle giuste". Conclude Tremonti, "non è più storia del passato, ma del futuro. Questa è una nuova band e un nuovo inizio".
  
  
  
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