´La vita è breve e spesso rimane sotto´ è il cd di esordio di un personaggio fuori dall'ordinario, tra i più interessanti che, a parere di chi scrive, si possono incontrare nell'attuale panorama nazionale.
Nato alcuni anni fa come blogger, dopo un paio di autoproduzioni (´Buchi´ e ´Pitocco´), Dino Fumaretto è arrivato alla prima pubblicazione per Trovarobato, e sta battendo con encomiabile impegno locali e circolini della penisola, portando ovunque la sua musica, al tempo stesso ironica, disperata e folle. Ma anche, a tratti, formidabile.
Il progetto nasce da una storia pirandelliana secondo cui Fumaretto, una sorta di filosofo ´dell'assurdità e del cinismo della vita attuale´, a seguito del fallimento di ´oscuri progetti´ artistici, tende ad isolarsi ed a cantare solo a sé le proprie canzoni.
Il solo Elia Billoni (questo in realtà il vero nome dell'artista esordiente) diventa l'interprete autorizzato dell'opera e del pensiero fumarettiano, di cui è l'unico portavoce riconosciuto.
Fumaretto quindi non esiste, trattandosi di un personaggio letterario che consente al suo vero autore, Elia Billoni, tutti i margini di azione (e di protezione) di un interprete….
Nel disco, così come dal vivo, Elia agisce come one man band, suonando il pianoforte con qualità tecnica ed energia, accompagnandosi sporadicamente con altre tastiere ed armonica a bocca.
Difficile fare il punto su queste canzoni, che raccontano storie minimali di quotidianità nevrotica: i blocchi psicologici di chi ha paura ad affrontare il mondo (´Nella casa´, ´Soffio di vento´), i rimpianti che seguono le velleità adolescenziali (´Fuck the world´), le visioni distorte dei rapporti interpersonali visti da una prospettiva paranoide (´Sogno d'appendice´).
La poetica di Fumaretto è nera ed alterata, e genera testi a volte insostenibili, che parlano di scorpioni immaginari che uccidono studenti e professori (´Scorpione nero´), di cani neri che ci mangiano la pancia (´Altri sogni neri´), di pulsioni omicide (´Venite assassini´, ´Omicidio´), di disadattamento e disagi assortiti (´Vita in ufficio´, ´Mostra´). Parlano di morte, e dello sberleffo con cui vorremmo essere capaci di accoglierla.
Non siamo però di fronte alla categoria dell'artista triste, e magari pure rompicoglioni:
Fumaretto/Billoni sfoggia un solido pianismo di estrazione classica, che in ogni istante può deragliare in aggressività ´punk´, grazie alla velocità esecutiva ed all'approccio fisico e rabbioso allo strumento. I testi claustrofobici sono al tempo stesso sarcastici e grotteschi, e sanno ribaltare la scena all'improvviso, strappando all'ascoltatore un sorriso amaro.
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